Corso Canal Chiaro °°

La Guida di Modena

Corso Canal Chiaro °°

 

da Corso Duomo a Largo San Francesco
 

Una delle principali strade cittadine, corso Canalchiaro prende il nome dal canale di acque pulite che un tempo si trovava precisamente sul suo tracciato sinuoso.

Partendo dal voltone del Palazzo dell’Arcivescovado, prendendo a dritta, si possono ammirare, a sinistra, le più antiche case di Modena, nei bei prospetti tra i numeri 13 e 33. Quella mediana, in particolare, ha logge mirabilmente dipinte.

Lungo la prima laterale destra, via Bonacorsa, vi sono alcune case piuttosto antiche, ma al numero 62 l’attenzione cade su palazzo Levizzani, costruzione del XVI secolo rimaneggiata da Alfonso Torregiani negli anni 1741-43. In origine la facciata aveva un doppio portico adibito a mercato coperto; qui abitò per alcuni anni Luciano Pavarotti.

Poco più avanti, al civico 70, palazzo Fogliani conserva sui capitelli lo stemma della famiglia e, su uno, la data 1491. Alla sua sinistra la casa gialla fu dei Carandini nel XV secolo, poi ristrutturata da Vincenzo Maestri nel 1879 in stile rinascimentale.

Via Ruggera, invece, a destra, conduce alla chiesa di San Barnaba°°. Dall’altro lato della strada, lungo via dei Servi°, palazzo Morano, in mattoni, è rinascimentale. Al numero 92 una targa ricorda casa Malmusi: Giuseppe, Emilio, Attilio Regolo Ferdinando, Benedetto e Giulio, tutti variamente coinvolti da protagonisti nelle vicende del Risorgimento.

Più avanti, sulla destra, si nota quel che resta dell’antica chiesa di San Giacomo, le cui absidi si affacciano sulla graziosissima piazzetta San Giacomo°. Quasi sul largo della chiesa di San Francesco°, al numero 139, la storica e famosissima Salumeria Telesforo Fini, scrigno di ricchezze culinarie tipiche modenesi.

L’antico palazzo rosa con l’ampia altana e i balconcini si chiama Lolli-Venturelli. La strada che comincia invece sulla sua destra è Calle di Luca, così chiamata, a quanto si dice, per via di alcuni veneziani che vi abitavano e che gestivano mulini (quando era un canale); qui il grande edificio rossastro è la Tintoria Bergolli, del 1770, dotata di un ultimo piano con grandi aperture per asciugare i panni.