Cimitero San Cataldo °

La Guida di Modena

Cimitero San Cataldo °

 

Strada San Cataldo (2,5 km dal centro)
Aperto ott-mar 8-12, 14-16
               apr-sett 8-12, 15-17.30
059 334103
 

Il cimitero di San Cataldo è composto da due parti nettamente distinte.
La prima venne costruita nell’Ottocento su progetto dell’architetto modenese Cesare Costa; la seconda, invece, è opera del 1971 del famoso architetto Aldo Rossi.
La pianta della sezione ottocentesca è rettangolare, caratterizzata da un quadriportico dorico interrotto da timpani a forma di tempio greco e da edicole agli angoli in cui si aprono alcune tombe di famiglia. Il grande complesso (con i lunghi corridoi e le infilate di colonne) trasmette una sensazione di solenne ordine. Proprio di fronte all’ingresso principale si trova lo spazio dedicato ai caduti della Seconda Guerra Mondiale, cioè a quei partigiani che fecero guadagnare alla città la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Al centro del sacrario sta una scultura del famoso artista Arnaldo Pomodoro.
Ma qui sono sepolti anche molti modenesi illustri. Primo fra tutti Enzo Ferrari (1898-1988), probabilmente l’italiano più famoso del mondo, fondatore dell’omonima Scuderia di auto da corsa. Vi sono poi le tombe di Nicola Fabrizi (1804-1855), patriota risorgimentale; di Virginia Reiter (1862-1937), la grande attrice dei primi anni del Novecento; di Alberto Braglia (1883-1954), ginnasta vincitore di tre medaglie d’oro alle Olimpiadi di Atene, Londra e Stoccolma (a lui è intitolato lo stadio); di Paolo Ferrari (1822-1889), famoso commediografo; di Telesforo Fini (1888-1971), geniale ristoratore e imprenditore i cui prodotti hanno fatto conoscere la cucina di Modena al mondo; dei due storici sindaci Luigi Albinelli e Alfeo Corassori. Vi sono poi le tombe di alcune famiglie ricorrenti nella storia della città: i Campori, i Rangoni-Machiavelli, i Montecuccoli degli Erri e tante altre. Una è infine dedicata ai Cadetti dell’Accademia Militare prematuramente scomparsi.
Accanto al cortile principale è poi collocato il cimitero israelitico, dominato da un edificio eretto nel 1903: caratteristiche sono le lapidi (alcune piuttosto antiche) infisse in ordine confuso nel terreno, testimoni della numerosa presenza ebraica in città.
La parte nuova del cimitero – costruita a partire dal 1971 e tuttora non ultimata – su progetto del grande architetto Aldo Rossi (vincitore del premio Pritzker) si segnala per le linee essenziali e pulite. Si tratta di un lunghissimo edificio di forma rettangolare con poche finestre quadrate e un’alta copertura con falde spioventi. L’elemento più suggestivo è il cubo ossario, una grande costruzione quadrata, completamente vuota all’interno, che prende luce da una serie di piccole e profonde finestre nelle quali si formano interessanti giochi di luce. Il complesso è uno dei più importanti lavori dell’architetto, uno di quelli cioè in cui meglio si manifesta la sua particolarissima poetica.
Fuori dal cimitero si trova il Santuario della Madonna del Murazzo, in stile gotico, con un alto e ben proporzionato campanile.